giovedì 1 settembre 2011

OFFICINA ITINERANTE: Anarchia qui ed oggi


Ogni giorno di più si avverte la necessità di proporre un’alternativa alla concezione e gestione  attuale della società, la peculiarità del momento storico è che questa necessità si avverte anche al di fuori del movimento anarchico; una sempre maggiore fetta di umanità esige un modo differente di condurre la propria vita. Le brutture e le sconcezze alle quali la società attuale ci obbliga sono state studiate in lungo e in largo, ciò che necessita di CONCRETIZZAZIONE è lo sviluppo del  nostro pensiero di relazione tra  l’uomo e ciò che lo circonda.
E’anche  alquanto tragicomico notare come ciò che Malatesta scrisse un centinaio di anni fa sia tremendamente attuale e come le tematiche da superare siano le stesse; la confusione sul termine anarchia, l’organizzazione all’interno del movimento, la propaganda e la pratica rivoluzionaria, l’avvio di pratiche autogestonarie per  la realizzazione QUI ED ORA del nostro vivere anarchico.

La confusione dei termini
Nell’ultimo mezzo secolo, il nostro lassismo nell’intraprendere strade reali e non onanistiche che conducano all’anarchia ha contribuito a creare confusione nel termine anarchia tanto che ne è sopravvissuto solo il significato etimologico di assenza di regole, di ribellione all’ordine costituito. Tutto il bagaglio creativo intrinseco all’interno dell’esperienza anarchica, tutta la sua storicità, tutto il suo valore politico e sociale è rimasto negli scaffali di archivi e delle librerie, nella memoria di pochi militanti, in esperienze estremamente circoscritte di vita comunarda.

L’avvio di pratiche autogestonarie per  la realizzazione QUI ED ORA del nostro vivere anarchico 

La presenza nelle lotte, ci consente di spingerla e radicalizzarle verso le posizioni più vicine al pensiero anarchico. Tuttavia questo non è sufficiente per diversi motivi.
E’ già accaduto che dopo aver tanto parlato di anarchia non si è stati in grado di cogliere il momento della sua attuazione per la disorganizzazione del movimento, ed oggi con l’estrema frantumazione del medesimo, cogliere l’attimo sarebbe impensabile. (Riflettendoci sopra ci si accorge che il luogo dove ciò potrebbe accadere non potrebbe essere altro se non dove una realtà anarchica sia già radicata) Altra motivazione è la consapevolezza che con i moderni mezzi di lotta armata risulta assai difficoltoso immaginare uno stato rivoluzionario che non comporti enormi perdite di vite umane con conseguente abbruttimento delle relazioni tra uomo e ambiente. Inoltre, perché aspettare; o meglio, cosa aspettare. Come si può meglio rivendicare una maniera di vivere se non attuandola; affermare il nostro diritto di stabilire relazioni differenti (da quelle del profitto) con l’ambiente che ci circonda uomini compresi.  

2 commenti:

  1. la confusione sul termine credo che sia stata creata ad arte dai poteri forti...per confondere e sviare.

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  2. già... e sono riusciti a meraviglia nel loro intento, a giudicare dalla faccia sgomenta della stragrande maggioranza delle persone quando ti sentono dire "Anarchia"... è fondamentale informare

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