lunedì 26 marzo 2012

un'interdipendenza che non cambia


La parola “ecologia” deriva dal greco oikos, che significa “casa” o “posto per vivere”, e logos che significa “discorso”. Così il” discorso sull’ambiente in cui si vive” comprende tutti gli organismi presenti e tutti i processi funzionali che rendono l’ambiente abitabile. Letteralmente allora, l’ecologia è lo studio della vita nella casa con particolare enfasi su tutte le relazioni o i modelli di relazione tra gli organismi ed il loro ambiente (…).
Il termine economia deriva anch’esso dalla radice greca oikos. Poiché nomics significa “gestione”, economia sta a significare “la gestione del posto in cui si vive”, ne deriva che ecologia ed economia dovrebbero essere discipline affini tra loro. (…)
L’ecologia ha storicamente sempre avuto un interesse pratico per l’uomo. Nelle società primitive, tutti gli individui per sopravvivere, dovevano conoscere il loro ambiente, cioè le forze della natura, le piante e gli animali che li circondavano. La civiltà infatti cominciò contemporaneamente all’uso del fuoco e di altri strumenti idonei alla modificazione dell’ambiente. Le conquiste tecnologiche ci fanno sentire sempre meno dipendenti dall’ambiente naturale per le nostre necessità quotidiane e così dimentichiamo la nostra dipendenza dalla natura. Inoltre, i sistemi economici di qualunque ideologia politica valorizzano ciò che l’uomo fa e che è di primario beneficio per l’individuo, ma poco valore viene attribuito alle cose ed ai servizi della natura che ci avvantaggiano come società.
Fino a che non interviene una crisi, tendiamo a prendere per gratuita concessione i beni ed i servizi della natura; assumiamo che essi siano illimitati o in qualche maniera sostituibili dalle innovazioni tecnologiche, malgrado esistano evidenze del tutto contrarie.
Il più grande paradosso è che le nazioni industrializzate siano uscite con successo dalla temporanea disgiunzione del genere umano dalla natura, ottenuta sfruttando i combustibili fossili che la natura stessa produce in quantità limitata. Tutt’ora la civiltà dipende dall’ambiente naturale, non solo per l’energia e i materiali ma anche i fondamentali processi di mantenimento della vita come i cicli dell’aria e dell’acqua. Le leggi fondamentali della natura non sono mutate nella loro sostanza; il progressivo aumento della popolazione umana e la sua accresciuta capacità di intervenire sull’ambiente ha fatto deviare queste leggi nella loro complessità e nelle loro relazioni quantitative.
(…)

(Eugene P. Odum – Basi di Ecologia)

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